builderall

Mettersi in cappa per cattivo tempo

Mettersi in cappa per cattivo tempo è una delle manovre di difesa più importanti e che devi imparare a gestire correttamente per la sicurezza della tua imbarcazione e del tuo equipaggio. In questo articolo comprenderai quando mettersi in cappa, quale cappa scegliere e le manovre da eseguire.


Quanto volte hai sentito la frase: ?mettersi alla cappa?? Se non sei abituato a navigare, specialmente in condizioni meteo avverse, non credo sia successo spesso. Eppure è una di quelle manovre fondamentali che ti permettono di difenderti da un mare in burrasca!

Definire la cappa in senso assoluto non è semplicissimo, molti la chiamano anche ?panna? in riferimento al fatto che sostanzialmente la barca si ferma quasi del tutto.

Ma cerchiamo di comprendere meglio il suo significato.

Entrare in cappa si riferisce al fatto di far assumere una determinata posizione alle vele ed alla barca rispetto al vento ed il motivo più noto è quello di proteggersi in mare dal meteo avverso.

Tutto vero, ma non è la sola motivazione, entriamo più nel dettaglio.


Tipi di cappa

Le cappe sono di tre tipi: ardente, filante e secca. Prima di spiegare le differenze mettiamo in evidenza quali siano gli altri motivi per cui ci si mette alla cappa.

Abbiamo già accennato alla protezione dal cattivo tempo, ma la cappa si usa anche per il recupero dell?uomo in mare, fermare la barca per riposarsi o svolgere attività di manutenzione.


Entriamo in cappa ardente

Abbiamo due possibilità:

-      Porto la barca in bolina stretta con il fiocco cazzato e faccio una virata di prua, lascio il fiocco al collo (con mura cambiate ma con la scotta sul winch sopravvento). Nel frattempo, mentre passo nel letto del vento, porto la randa in centro (cazzata a ferro), mi dispongo con lo scafo al traverso e gradatamente scontro tutto il timone all?orza.

-      Mi dispongo al lasco, abbatto e quando sono con il vento in poppa a fil di ruota porto la randa in centro (sempre cazzata a ferro), completo la mia battuta senza passare il fiocco che quindi resta al collo, porto lo scafo al traverso e come sopra scontro il timone all?orza. Ottengo quindi lo stesso risultato ma con due manovre differenti. Sarà ovvio scegliere l?ingresso in cappa in base all?andatura più vicina in quel momento.


Entriamo in cappa filante

Se voglio invece posizionarmi in cappa filante la tecnica è identica ma mollerò la randa dal traverso sotto vento. Questa andatura viene definita anche panna in quanto l?abbrivio dell?imbarcazione cessa quasi del tutto.

Se ti stai chiedendo per quale motivo la barca arresta il suo abbrivio, ecco la risposta...

Nel caso fossimo in cappa ardente la barca si ferma perché andiamo ad eliminare il corretto angolo di incidenza delle vele poiché esse vengono colpite trasversalmente eliminando così il flusso laminare del vento e quindi la portanza.

La randa subisce una forte pressione sopravvento con conseguente spostamento laterale dello scafo sul lato sottovento (scarroccio) formando una remora (zona di mare calmo) sul lato di sopravvento, dove i frangenti scaricano la loro energia risparmiando lo scafo. La barca cessa quasi del tutto il suo avanzamento poiché si crea un rapporto di forze opposte tra il genoa a prua che spinge la barca alla poggia e il timone a poppa che tende ad orzare.

In un?imbarcazione che ha il centro velico ed il centro di deriva in equilibrio le due forze sopracitate diventano uguali e contrarie bloccando così il suo avanzamento.

Nel caso invece di cappa filante ricordiamo con la randa mollata sottovento, l?inferitura della stessa si dispone controvento eliminando ogni resistenza facendo quindi diminuire fortemente lo scarroccio; per questo si parla anche qui di panna.


Quale cappa scegliere?

Ma quando si predilige l?ardente alla filante e viceversa?

La cappa ardente è idonea quando ci troviamo con mare formato e vento forte poiché la randa in centro ci garantisce più sicurezza evitando strambate involontarie a causa delle onde sviluppando anche una remora grazie allo scarroccio.

Se riteniamo che il vento sia troppo intenso, prima di metterci in cappa procediamo alla riduzione delle vele mediante le mani di terzaroli e la riduzione della vela a prua.

La cappa filante invece si preferisce quando il vento è intenso ma il mare è spianato; con la randa mollata la barca si ferma.


La cappa secca

La cappa secca si mette in atto quando il vento rinforza talmente tanto (ad esempio oltre i 30 nodi) che la riduzione delle vele non è più sufficiente né alla navigazione né alla cappa.

Si ammainano completamente tutte le vele, se il vento forte è già in atto ci avvarremo dell?ausilio delle lifelines e delle cinture di sicurezza, si calerà in acqua un ancora galleggiante con cima galleggiante (meglio se elastica) che ha il compito di rallentare il nostro moto rispetto alle onde evitando di traversarci attendendo che il meteo migliori.


Infine, per motivi più ludici, come ad esempio fare un bagno in acque profonde, possiamo metterci in cappa (poiché non siamo in grado di dare ancora).

Ricordiamoci però che in questo caso il comandante deve rimanere sempre a bordo.